Lagoon Venice, 1951, olio e smalto su compensato, 93.4x121cm

William Congdon. Opere Scelte.

a cura di Alberto Barranco Valdivieso

Fino al 20 settembre 2025

Saggio critico di Alberto Barranco di Valdivieso

COMUNICATO STAMPA DELLA MOSTRA

La pittura di William Congdon si distingue per una profonda tensione spirituale, in cui il mistero e il vincolo della realtà diventano strumenti di ricerca dell’Assoluto. Dopo una prima fase espressionista legata al viaggio e all’osservazione diretta del mondo, Congdon evolve verso una pittura sempre più densa e materica, in cui la realtà non è rappresentata ma evocata, scavata, quasi “ferita” sulla tela. Le sue opere, spesso dominate da toni scuri, crepe, superfici incise, testimoniano il limite dell’umano e la drammaticità dell’esistenza, senza mai cedere alla disperazione. Proprio il senso di limite – il peso del tempo, della materia, del dolore – diventa il punto di partenza per un’apertura verso il trascendente. Congdon vede nella realtà non un ostacolo, ma un vincolo che costringe lo sguardo a spingersi oltre, verso l’Invisibile. Il mistero si rivela nel concreto, nella crosta del reale, come traccia di un Altro che si lascia intravedere senza mai svelarsi completamente. La sua conversione al cristianesimo acuisce questa prospettiva: la pittura si fa preghiera, la croce tema ricorrente. In Congdon, l’arte non spiega ma interpella, suggerendo che solo accettando il mistero del reale si può iniziare a intravedere l’Assoluto.   (Alberto Barranco di Valdivieso)